Misura 1.26 Pesca ed Innovazione

Il settore della pesca campana sta attraversando un periodo di enorme difficoltà dovuto in parte ad un peggioramento dello stato degli stock, che determina da un lato una contrazione delle catture, dall’altro l’incapacità economica e gestionale delle imprese di orientarsi verso un nuovo modello organizzativo, capace di fornire più valore alla produzione e di orientare le attività delle imprese verso la multifunzionalità.

Questa condizione assume particolare rilevanza per le imprese dedite alla pesca costiera artigianale, vero anello debole della filiera ittica campana, che rischia di essere sopraffatto da qualsivoglia cambiamento economico e normativo.

Oggi la vera sfida della filiera ittica campana si gioca sulla possibilità di costruire un nuovo modello di sviluppo della pesca basato sulla sostenibilità degli attrezzi utilizzati, sulla valorizzazione della produzione riducendo, tra l’altro i costi di intermediazione, sull’individuazione di nuovi modelli della pesca costiera artigianale nelle aree protette.

Sulla base di queste considerazioni le attività nell’ambito della misura 1.26 si sviluppano lungo tre linee di intervento o workpackages (WPs):

WP1 Sviluppo di “armamenti” di attrezzature da pesca più selettive nel settore della pesca artigianale (SZN, CNR-IRBIM)

Sperimentazione e sviluppo di attrezzature di pesca (reti da posta, nasse e palangari) più selettive, con l’obiettivo di ridurre le catture indesiderate e gli esemplari sottotaglia, mitigando così gli impatti sugli ecosistemi marini.

Nelle attività di progetto, una componente importante è costituita dalla comunicazione ed il confronto con i portatori di interesse locali come associazioni di categoria, cooperative di pescatori, capitanerie di porto e amministrazioni.

 

WP2 Sviluppare modelli di gestione nuovi o migliorati delle imprese cooperative della pesca costiera artigianale (SZN)

Definizione di modelli di gestione delle imprese cooperative della pesca costiera artigianale con lo scopo di fornire supporto all’ottimizzazione delle performance gestionali, includendo il miglioramento della commercializzazione dei prodotti ittici, anche attraverso tipologie di vendita a km 0, proposte per il riassetto delle normative vigenti e la creazione di forme associative tra i produttori.

WP3 Individuare e sviluppare strategie e strumenti efficienti contro i rifiuti marini (marine litter) finalizzati a ridurre gli impatti sulla biodiversità di habitat marini anche di interesse conservazionistico (SZN, UniNA Federico II)

Sviluppo di strumenti efficaci per contrastare i rifiuti marini e ridurre gli impatti sulla biodiversità e sugli habitat.

L’obiettivo generale del WP3 è l’acquisizione di conoscenze volte a migliorare la gestione dei rifiuti plastici generati dalle attività di pesca (attrezzi da pesca persi o abbandonati) mediante l’identificazione di tecnologie e strumenti innovativi in processi di riuso e riciclo del marine litter con modalità ecologicamente corrette ed efficienti sotto il profilo delle risorse e in un’ottica di economia circolare. Tale processo prevede una prima fase di indagine conoscitiva, anche attraverso attività di campo, in collaborazione con i pescatori della marineria di Sapri, la caratterizzazione delle plastiche dal punto di vista chimico, la valutazione di nuove tecnologie per un riuso e riciclo dei rifiuti in plastica generati dall’attività di pesca e infine un’analisi di fattibilità di nuove iniziative d’impresa (start-up innovative) finalizzate al riuso-riciclo dei attrezzi da pesca persi o abbandonati e recuperati a mare durante le normali attività di pesca a strascico.